#camminiepercorsi: un progetto a supporto anche della Ciclovia dell’Acqua.

Non abbiamo fatto in tempo a smettere di parlare per qualche mese della Ciclovia dell’Acqua che subito  si presenta l’occasione per riparlarne: il progetto “a rete” dell’Agenzia del Demanio denominato Cammini e Percorsi, in collaborazione con il Ministero dei Beni Culturali e il Ministero dei Trasporti.

Un progetto che fa parte del Piano Strategico per il Turismo 2017-2020 e che punta fortemente sul turismo slow e l’incentivazione di forme turistiche sostenibili con l’obiettivo di valorizzare anche località minori. Riguarda le strutture dislocate lungo gli itinerari storico-religiosi e i percorsi ciclopedonali da Nord a Sud dello Stivale e coinvolge circa 100 beni su tutto il territorio italiano situati lungo la Via Appia, la Via Francigena, il Cammino di Francesco, il Cammino di San Benedetto e le famose Ciclovie Vento, Sole e Acqua (quella legata a Caposele e all’Acquedotto Pugliese).

Inutile sottolineare, per i territori irpini, l’importanza di questo progetto combinato con quello della Ciclovia: i servizi turistici per camminatori, pellegrini e ciclisti lungo tutto il percorso saranno fondamentali per il buon funzionamento della stessa, gli immobili all’interno dei quali fornirli ancora di più.
Il solo adeguamento del percorso e la sua sistemazione non basteranno ad accogliere un target di turisti molto esigente dal punto di vista della qualità dei servizi che gli vengono offerti, e l’incentivazione di iniziative imprenditoriali sarà fondamentale per il successo dell’iniziativa.
In tale ottica questo progetto diventa potenzialmente centrale: prevede la possibilità di concedere gratuitamente per 9 anni + 9 (o per 50 anni a imprenditori che disegneranno progetti di sviluppo più ampi) tutta una serie di beni (case cantoniere, locande, masserie, ostelli, ma anche piccole stazioni, caselli idraulici, ex edifici scolastici, torri, palazzi storici, monasteri e antichi castelli) lungo il percorso della Ciclovia dell’Acqua.
Luoghi e strutture che possono ospitare tutti quei servizi necessari, generare lavoro e opportunità.

Ma andiamo al sodo, quali sono gli immobili che possono interessare il progetto Ciclovia dell’Acqua?

Eccoli, sono 11:

  • Casa Cantoniera –  Comune di Castelnuovo di Conza (SA). Casa cantoniera su due piani situato appena fuori dal paese, nell’Alta Valle del fiume; 
    Casa cantoniera a Castelnuovo di Conza (SA).
  • Torre Angioiina – Comune di Atella (PZ). Immobile situato nel centro storico, su un piccolo altopiano con intorno un’area verde. La torre è l’unico elemento rimanente del castello costruito dagli angioini e distrutto dal terremoto del 169; 
  • Palazzo Saraceno – Comune di Atella (PZ). Palazzo gentilizio dell’800 su due piani situato nel centro storico della città. Si affaccia sul corso principale della cittadina Angioina ed è dotato di un giardino attrezzato per eventi e manifestazioni teatrali;
  • Comando della Stazione Forestale – Comune di Atella (PZ). Immobile su due piani vicino alla Riserva Statale Grotticelle, ricca di vegetazione di ontani, pioppi e cerri, a pochi km dai laghi di Monticchio;
  • Casina – Comune di Atella (PZ). Immobile su due piani situato alle pendici del Monte Vulture, in località Monticchio Laghi, a breve distanza dall’Abbazia di San Michele Arcangelo, realizzata nell’VIII sec. d.C., e i Laghi di Monticchio, due specchi d’acqua di origine vulcanica detti «i gemelli del Vulture»;
  • Appartamento – Comune di Barile (PZ). Appartamento al terzo piano nel centro della cittadina;
  • Masseria Cocolo – Comune di Ugento (LE). Complesso immobiliare situato in parte nel Parco Naturale Regionale “Litorale di Ugento”. È costituito da un’ampia area verde e da diversi fabbricati rurali risalenti al sec. XIX:
  • Casello Ferroviario –  Comune di Toritto (BA). Immobile su due piani situato in un’area agricola coltivata ad uliveti;
  • Colonia Coppolicchio – Comune di Fasano (BR). Complesso immobiliare realizzato nei primi anni del ‘900, costituito da un insieme di otto trulli. Il territorio circostante è caratterizzata dalla massiccia presenza di trulli e si trova in prossimità delle colline della Selva di Fasano;
  • Colonia Bianchi – Comune di Fasano (BR). Complesso immobiliare costituito da un insieme di nove trulli e da un area verde. Il territorio circostante è caratterizzata dalla massiccia presenza di trulli e si trova in prossimità delle colline della Selva di Fasano;
  • Casello Ferroviario –  Comune di Grumo Apulla (BA). Immobile su due piani situato in un’area agricola coltivata ad uliveti.

Fuori dal circuito della Ciclovia dell’Acqua, ma comunque interessante per l’Irpinia perché si inserisce sul cammino della Via Appia, è il Convento di San Marco a Sant’Angelo dei Lombardi (AV),  convento su due livelli situato appena fuori dal centro abitato, in una zona naturalistica di pregio.

In Campania ce ne sono quattro:

Fonte: www.agenziademanio.it

Insomma, che lo slow tourism si sviluppi, perché è così che possono davvero crescere anche nelle destinazioni minori, la possibilità c’è.

Più qualità nell’offerta turistica = più lavoro e reddito per tutti.

In ogni caso l’elenco di tutti i beni coinvolti è qui: http://www.agenziademanio.it/opencms/it/ValorePaese/camminiepercorsi/

Anche in Campania ci avviamo al turismo 2.0 (forse).

Dopo quasi 3 anni dall’approvazione della nuova legge regionale sul turismo, (la 18/2014 di cui parlo qui) iniziano a muovere i primi passi le deliberazioni attuative.

In primis pare che la prevista Agenzia per la Promozione del Turismo Regionale presto avrà un direttore generale (era ora) e che, sopratutto, abbiamo ben 2 milioni di euro per una serie di azioni interessanti volte a far iniziare la nuova era del turismo campano.
Intanto ecco l’avviso per il direttore.

Ciò che sembra farci avviare sulla giusta strada però è sopratutto altro: finalmente si inizierà a pensare ad un brand, ad una rivisitazione del portale unitario regionale ed, udite udite, una pianificazione media della campagna di comunicazione unitaria del brand regionale e dei prodotti turistici regionali.
Ho iniziato a leggere di parole come app e di sistemi di accoglienza turistica anche per le aree interne.

In particolare la delibera di Giunta Regionale n. 213 del 18/04/2017 (qui) vuole dare avvio alle seguenti azioni strategiche:

– progettazione creativa, ricorrendo eventualmente ad un concorso di idee, del sistema di identità visiva della destinazione Campania che, in rapporto con i brand territoriali, sia declinabile nel layout grafico e di allestimento dei Sistemi di Informazione e Accoglienza Turistica (SIAT) e delle fiere del turismo, nel layout grafico delle campagne di comunicazione, nelle pubblicazioni e materiale divulgativo;

– potenziamento del portale turistico regionale, quale primo applicativo del sistema informativo turistico regionale;

– realizzazione e utilizzo di apposite app o strumenti tecnologici adeguati quali veicoli
multimediali;

– pianificazione media della campagna di comunicazione unitaria del brand regionale e dei suoi prodotti turistici regionali, attraverso cui veicolare una immagine della Campania oltre che turistico-balneare, come destinazione turistica per l’intero anno, grazie ad un portafoglio di prodotti turistici destagionalizzanti: la grande arte (i sei siti Unesco) ed i piccoli borghi (le aree interne), l’enogastronomia (la dieta mediterranea) e la tradizione (le feste religiose, le sagre, ed il Natale), la natura (i parchi nazionali e regionali) e le attività all’aria aperta (escursionismo e sport in natura), sia online che offiline, concentrata sui mercati italiani ed europei collegati da vettori aerei e treni ad alta velocità con la Campania;

– produzione e gestione di nuovi contenuti redazionali per la promozione dei prodotti turistici regionali sui canali online della Campania;

– realizzazione di presidi territoriali e strumenti multimediali all’avanguardia, con una immagine coordinata relativa alle icone, pattern, mappe e sistemi decorativi, per rafforzare la rete di informazione e di accoglienza turistica su tutto il territorio regionale;

– avviare la messa a sistema della rete dei SIAT, anche attraverso la sottoscrizione di accordi con le Pubbliche Amministrazioni;

– promuovere l’informatizzazione dei SIAT;

– costituire un gruppo di lavoro scientifico per l’avvio di laboratorio permanente sull’l’innovazione, lo studio e l’analisi del mercato turistico e per l’ascolto ed coinvolgimento del sistema turistico regionale nel processo di programmazione turistica;

L’ultimo punto, in particolare, lo seguirò con attenzione perché va aldilà della promozione e dell’organizzazione, ma punta a coinvolgere ed ascoltare i territori: elementi che ormai il settore turistico non può più tralasciare.
Tutto bello ed estremamente in ritardo, sarà un’impresa che mi auguro la Campania sappia affrontare.

Ma, caro assessore al turismo Matera, lasciatelo dire, se gli output debbono essere quelli dello già avviato SIAT di Avellino (https://www.facebook.com/siatavellino/), lasciamo stare.

Stiamo a guardare.

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