E’ partito il #MyIrpiniaTour. Copiando e non programmando da Gesualdo a Castelfranci.

L’idea del #MyIrpiniaTour è abbastanza semplice e nasce veramente per caso. 
Dopo essermi reso conto che conosco troppo poco questa terra (se non l’Alta Irpinia e la Valle del Sele) ho deciso che è venuta l’ora di riuscire a vivere molto di più la mia Irpinia in maniera viva e intensa e di raccontare l’esperienza vissuta nel miglior modo possibile, di parlare delle persone, dei luoghi, delle tradizioni e soprattutto dei vini e dei prodotti tipici. 
Tutto in questa estate 2014.
E’ chiaro che tutto nasce sulla falsa riga della delusione personale per la mancata partecipazione al #mypugliaexperience ed un po’ ne è una “copia”. Ma mi sembra così interessante l’idea di passare questa estate in giro per l’Irpinia che non posso non andare avanti, ma sopratutto non è assolutamente concepibile che non conosca molte cose della mia terra, anche quelle negative.
Dunque si parte, anzi si è già partiti, ieri sera.
Il calendario per ora è questo ed è definito sulla base dei primi suggerimenti giunti dalla rete e non, dalle curiosità personali e dalle curiosità che molti di voi mi hanno stimolato. Integrabile da tutti e sicuramente modificabile:
– Parto da Gesualdo, “Terrazze Mattioli e Giardino Pisapia”;
– 5 Agosto Morra De Sanctis, “Sagra del Baccalà”;
– 6 Agosto Frigento, I “Panorami” – Pizzilli e Tammorre; 
– 16/17 Agosto Taurasi, “Fiera Enologica di Taurasi”;
– 18 Agosto Montemarano, “XXXII Festa del Bosco e dell’Emigrante”;
– 19 Agosto Quaglietta, “Sagra dello Zenzifero”.

Quello che so è che riserverà sorprese, come ha subito fatto. 

Saperi e Sapori

Ieri sera è partita un po’ così con l’idea di arrivare a Gesualdo e godersi la terrazza del bel Castello per l’anteprima di Saperi e Sapori, in compagnia dell’ottima Antonella Abbondandolo, presidente della Proloco Frigentina, conoscitrice approfondita del territorio e sempre “armata” di ottimi prodotti tipici on the road, nel cofano della sua Fiat Bravo. 

Gesualdo infatti è un borgo irpino famoso perché è stata la residenza di Carlo Gesualdo, madrigalista. L’anteprima è interessante ma troppo lenta per i nostri gusti, all’interno di una cornice di terrazze molto suggestiva, con il castello che protegge alle spalle. Si gusta ottimo vino a prezzi abbordabili con buona musica, ma decidiamo di cambiare. Arrivano segnali da Castelfranci, sembra esserci un po’ di Rock on The River. 
Scorci del Calore

Antonella però mi propone, prima di andare, un rapido tour intorno al castello, ancora non completamente ristrutturato ma davvero imponente, da visitare di giorno. Mi racconta che qui è un pienone di gente tra i 19 e il 22 agosto, quando si svolge il Saperi e Sapori vero, ormai quasi alla decima edizione. E penso in quel momento che il #myirpiniatour debba essere integrato con questo evento. 

Il paese si presenta veramente bene, curato anche nei dettagli tranquillo e raccolto intorno al centro storico. Discutiamo di come questa terra abbia tante potenzialità non espresse, ma che sopratutto ci sono troppe feste della birra e che ci vorrebbe una legge provinciale che le proibisca a favore delle feste del vino. Tutto mentre sorseggiamo un Beck’s ai piedi delle scale dell’ingresso del castello (un po’ in contraddizione). 
A quel punto i segnali da Castelfranci si fanno più forti, uniscono al rock lo splendido vino castellese che farebbe coppia con la soppressata frigetina nel cofano della già citata “Bravo” di Antonella. Decidiamo allora di andare, scendendo la lunga scalinata che caratterizza Gesualdo.
Tra le curve fino a Castelfranci, discutiamo del più e del meno, di progetti e idee (come mio solito), della necessità di ritornare alla terra. Dibattiamo sul come questi paesi torneranno indietro e sulla necessità di più internet e digitale. Velocemente arriviamo al fresco del Calore (il fiume) di Castelfranci. Nemmeno il tempo di capire dove siamo, chi si esibisce sul palco che Luisa, in compagnia di Marica arriva dicendoci che non bisogna perdere tempo, ci carica di vino e ci indica i tavoli. La serata si prospetta buona. 
La location è di tutto rispetto, il rock in sottofondo anche, notiamo subito che in basso c’è un gran bel posto dove arrampicarsi e sbirciare angoli nascosti di questa località Castellese.  
Dopo qualche bicchiere del sempre ottimo vino di “Castiello” e della buonissima soppressata mangiata in compagnia di chiunque, tra Felicia, Lucrezia, Luca, Francesco e tanti altri decidiamo che è possibile fare il salto nel fiume. 
Colori del Calore

Ci arrampichiamo e le foto sono delle più assurde, ma anche lo spettacolo non è male. Salti d’acqua misti a luci ci fanno scoprire un luogo che non pensavamo potesse avere queste caratteristiche. Eppure penso che di giorno sia ancora meglio, sicuramente potremo pensare di ritornarci in un pomeriggio di questa estate, anche se non si sta presentando caldissima. Metto l’appuntamento nella check list delle cose da fare. 

Risate e sorrisi, pensieri e curiosità sul posto chiudono una serata che, oltre alla musica in sottofondo, mi ha portato a trovare un angolo irpino di tutto rispetto, oltre a prodotti di questa zona che ho già citato troppe volte: è evidente che mi sono piaciuti? 
Le premesse per il #MyIrpiniaTour sono più che ottime, e a quanto pare, non so come continuerà e dove arriverà, né per dove passerà. 
#Followme. 

(Il dossier). La “reputazione turistica” di Caposele. Dal web ai Social Network.

Quello del turismo è sempre un argomento ostico e in continua evoluzione, soprattutto quando si parla di presenza online e di gestione dell’immagine di una destinazione, di web e di strategie di marketing. Ma per affrontare i problemi e cercare di risolverli, è fondamentale analizzare la situazione di partenza per poi procedere con le opportune azioni correttive e le giuste strategie che possano portare a dei miglioramenti.
Per cercare di avviare una discussione in merito, su Io ho un Sogno, ecco il rapporto in merito alla presenza e alla reputazione online del Comune di Caposele sotto il profilo turistico. Il rapporto è un’analisi dettagliata sia della presenza online dei profili istituzionali turistici gestiti dal settore pubblico, sia della presenza degli operatori privati, in particolare di quelli che non si limitano al settore della ristorazione, ma che operano anche nel settore alberghiero. In particolare, nella prima parte, il rapporto si focalizza sull’indicizzazione dei singoli siti web su Google rispetto a differenti parole chiave. Nella seconda parte, invece, l’analisi si è concentrata sulla presenza e sulle modalità di gestione dei differenti Social Network e di TripAdvisor.
Al termine del rapporto vengono proposte piccole soluzioni e si spera, in questo modo, di poter iniziare un percorso di discusisone con tutte le parti interessate, su un tema che diventa sempre più importante per il mondo del turismo.
Leggi l’intero RAPPORTO <- qui.

#MyPugliaExperience quando è l’hashtag che promuovere un territorio

La Puglia non è nuova ad ottime iniziative di marketing turistico basate su idee semplici e coinvolgenti. Un regione che negli ultimi anni ha esploso le sue presenze turistiche, grazie sopratutto ad una serie di iniziative molto efficaci unite ad un territorio unico e ad un’ottimale capacità di internazionalizzarsi attraverso l’uso combinato dei social network, di Twitter e dei suoi strumenti.
Conosciamo bene la forza dell’hashtag e le sua capacità di aggregare storie, argomentazioni e esperienze, e con il contest #MyPugliaExperience il settore Promozione della Regione Puglia ha mixato tutto ciò.
L’iniziativa pensata è estremamente semplice e già alla seconda edizione. Prendere 8 paesi (Italia, Austria, Belgio, Germania, Francia, Olanda, Regno Unito e Svizzera), tre itinerari pugliesi (arte cultura e tradizioni, mare, sport e natura, musica tra sacro e profano) e selezionare 24 ragazzi di diversa nazionalità per sguinzagliarli sul territorio a fare foto, video, scrivere e raccontare della loro esperienza a tutto il mondo, attraverso se stessi e i loro profili social.
La prima prova da superare era la votazione online. Gli aspiranti storyteller dovevano iscriversi al contest e farsi votare sul web.
La votazione è durata un mese su una piattaforma dedicata e ha fatto volare i “mi piace” sulla pagina Facebook di ViaggiareinPuglia; bisognava infatti arrivare tra i primi dieci facendosi votare dai propri amici e conoscenti, ma per farlo era necessario cliccare sul fatitico pollice blu rivolto verso l’alto della pagina di promozione turistica regionale.
I mi piace chiaramente sono aumentati con fan da più parti del mondo, e questo è stato già il primo vantaggio acquisito. Un vantaggio quasi gratuito, con target molto giovanile su cui puntare per le prossime campagne promozionali.
Ma il punto forte dell’iniziativa è proprio in questa settimana, dove la #MyPugliaExperience si svolgerà, essendo partita oggi. I ragazzi scelti durante questi giorni racconteranno della Puglia e ne mostreranno, molto probabilmente, aspetti che difficilmente si riescono a cogliere da cataloghi o brochure varie.
Innescheranno la forza dell’hashtag ufficiale scelto, #MyPugliaexperience appunto, e attraverso le loro avventure vedremo tutte le bellezze pugliesi in bella mostra sui social network, oltre che nella sezione “instadiares” del portale (qui https://mypugliaexperience.eu/#).
Il tutto seguendo non solo i canali dei ragazzi, ma sopratutto quelli ufficiali di www.viaggiareinpuglia.it.
Sapremo a breve quanta forza c’è dietro all’hashtag e allo storytelling che ne seguirà, ma l’operazione è già ora un successo.

Twitter testerà la forza di questa iniziativa, vedremo quest’hashtag in tendenza? Credo di si.

Questa Bruxelles, centro dell’Europa e di tutto.

Non è che non voglia più scrivere di viaggi, ma questa volta Bruxelles è stata fantastica ed è proprio l’occasione giusta per riprendere questa rubrica e questo progetto, anche se il tempo a disposizione è sempre meno, e i viaggi sempre più. Dall’Europa all’Irpinia andata e ritorno, questo è il filo conduttore di questa sezione che allora voglio riprendere ripartendo dall’Europa e dalla sua capitale: Bruxelles.


Poi le Pigeon, casa dei pittori abitata da Victor Hugo, La Luove, le Cornet, le Renard, edifici in circolo tutt’intorno alla piazza. Bisogna solo scegliere. Bruxelles infatti è una piccola e “pericolosa” scatola di cioccolatini nel vero senso della parola. La cioccolata, la birra belga, le cozze e le istituzioni europee i gusti da provare. Dopo la piazza che hai trovato facilmente diventa inevitabile cercare un bimbo, quello che hai visto in molte bacheche delle case dei tuoi parenti, simbolo indiscusso della città: il Manneken Pis. Tutti pensano sia una statua al centro di una piazza da trovare in un secondo, ed invece la sua ricerca sarà una vera e propria caccia al tesoro. Per trovarlo perciò ti servirà un po ‘di fortuna, quindi conviene strofinare la mano sulla statua di Everard ‘t Sercleaes, si dice porti fortuna sotto i portali, in un vicolo della Grand Place in cui ti infilerai.

Questa è la capitale di tutti noi, tutti noi dovremmo visitarla un po’ come La Mecca europea, non degli euro-scettici però. Qui l’Europa la respiri per davvero non solo perché il clima è tutti i giorni quello di una città che ruota intorno alla bandiera blu a 12 stelle, ma sopratutto perché qui ci trovi tutti i 28 paesi che compongono questa Comunità. In strada, mentre passeggi verso il centro ti rendi conto di esserti catapultato nel mondo della diversità unita che si mischia con lo stupore che la città ti trasmette. Arrivato non puoi perderti, la Grand Place è al centro, ti aiuta ed essere trovata.
Dall’alto dei sui 90 metri San Michele che uccide il drago ti guida come una stella cometa, ed è la prima cosa che vuoi vedere, inspiegabilmente e velocemente, con le tue gambe che vanno li da sole. E quando ci arrivi non puoi che notare le bocche aperte dei turisti e gli occhi sbarrati dietro le macchinette fotografiche di chi c’è, nella piazza più bella d’Europa probabilmente: la Grand Place.
La piazza è un insieme di edifici incantevoli che a ruotar intorno per vederli gira la testa, noti subito il palazzo principale asimmetrico con la torre centrale che in realtà non è al centro, con il lato sinistro del palazzo più lungo di quello destro, risultato del lavoro di un architetto che poi ha fatto una brutta fine, ma che oggi è ricordato per questo anche se il nome è sconosciuto. I colori che ti girano nelle orbite degli occhi quando sei al centro della piazza ti gireranno per un bel po’ nella mente, provando a convincerti che quando sarai a casa non potrai più cancellare quelle immagini dal tuo cervello.
parlamentarium
Dopo svariate richieste di aiuto, tra mappe, domande e tabelle, lo troverai in un angolo, sorridente a sbeffeggiarti con il suo sorriso sarcastico, lì dove lo hanno trovato a fare la pipì durante un’incendio che colpì la città qualche anno fa. E se sarai resterai enormemente deluso.
Ma Bruxelles è sorprese in continuazione, sorprese di sapori che le migliaia di birre nascoste nei pub ti possono riservare tra quattro mura tappezzate di sottobicchieri o vassoi, quelle dei migliaia di gusti che puoi trovare nelle cioccolaterie, ma sopratutto sorprese dagli incontri ai banconi che puoi fare in ogni istante con qualsiasi tipologia di nazionalità, spesso lavoratori negli uffici parlamentari. Bruxelles è infatti l’Europa in ogni senso. Quindi non si può non passare per la città europea dove puoi vivere e vedere tutto sulle istituzioni blu.
Una vera e propria città istituzionale dove gente in cravatta discute in tante lingue diverse, dove anche l’aria che respiri sembra voglia dirti che in queste sedi si sta costruendo qualcosa di grande per il nostro continente, che sta garantendo da decenni pace e prosperità ad un territorio martoriato dalla guerre nella storia. Il Parlamento Europeo è facilmente accessibile, tutte le bandiere infilate in ordine alfabetico in lingua madre di ogni paese un’emozione da fotografia. Il Parlamentarium poi, un museo altamente interattivo che ci racconta come siamo arrivati ad oggi a mettere insieme 28 paesi diversi. Qui potresti facilmente perderti tra i curriculum dei parlamentari e tra i migliaia di video che raccontano questo straordinario processo, immerso in un blu che sembra darti alla testa, in una trasparenze che noi italiani dovremmo apprendere.
Ma Bruxelles è sopratutto l’idea di un mondo che è possibile, un sogno che ognuno deve avere, nel nome di un progetto, pensato da Schuman che io in particolare non smetterò mai di amare. Come ogni buon visitatore di Bruxelles non potrà fare dopo averla vista.
Decisamente destinazione EST EST EST.
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